Artrosi dell'anca
L’artrosi dell’anca o coxartrosi è, come un po’ tutte le forme artrosi che umane, una patologia che sopraggiunge soprattutto in età senile a causa dell’invecchiamento articolare.
I fattori scatenanti possono però essere anche di altra origine ma prima di passarli brevemente in rassegna val la pena dare qualche spiegazione in più su quanto accade a livello della nostra articolazione quando subentra un processo artrosico.
L’articolazione dell’anca è formata dalla cavità acetabolare nella quale vi è introdotta la testa del femore, tenute assieme da una capsula e da legamenti che le permettono un’ampia escursione nello spazio.
Infatti l’anca è un’articolazione facente parte del gruppo delle cosiddette “enartrosi” ovvero quelle articolazioni che hanno facoltà di muoversi su tutti e 3 gli assi corporei.
Proprio per quanto detto sopra questa tipologia di articolazioni va più facilmente incontro ad insorgenza di tipo artrosico dal momento che l’usura data dalle sollecitazioni soprattutto legate al carico corporeo nell’intero ciclo vitale sono molto incidenti.
Infatti, maggiore sarà il nostro peso corporeo e maggiore sarà l’usura articolare che renderà più precoce nel tempo l’assottigliamento e l’ossificazione delle cartilagini articolari provocando nei due capi ossei una degenerazione vascolare ed una riduzione del liquido sinoviale che non potrà più garantire la necessaria lubrificazione all’articolazione.
Vediamo ora i vari fattori che portano all’artrosi dell’anca:
l’età
un eccessivo peso corporeo
l’iperattivismo, che facilita i microtraumi
la sedentarietà
attività professionali usuranti (vale per tutte le artrosi)
lesioni traumatiche
dismorfismi congeniti del bacino
valgismo e varismo delle ginocchia
Quelli sopra elencati sono i fattori di rischio più frequenti all’insorgenza di artrosi nell’anca e, a parte il fattore legato all’invecchiamento biologico , tutti gli altri possono incidere su un’insorgenza precoce della patologia.
La sintomatologia:
l’artrosi generalmente offre una sintomatologia abbastanza riconoscibile infatti il dolore articolare è certamente la prerogativa principale di questa patologia cronico-degenerativa.
Orientativamente è possibile riconoscere che trattasi di artrosi in quanto durante la notte la manifestazione dolorosa sparisce.
Ricompare al risveglio mattutino creando difficoltà nello scendere ed alzarsi dal letto.
Dopo un’oretta e un po’ di movimenti tutto si dissolve e durante il giorno sembra un problema risolto.
Riappare però spesso la sera in concomitanza con la stanchezza fisica accumulata durante il giorno.
Quando il dolore si manifesta anche nottetempo oppure resta costante anche durante il giorno significa che il quadro clinico potrebbe essere già avanzato.
Non va dimenticato che anche il fattore climatico ha la sua incidenza a seconda dell’entità dell’insorgenza della patologia:
l’umidità, il vento, i cambiamenti bruschi di temperatura atmosferica fanno velocemente riacutizzare la sintomatologia del paziente.
Dove si manifesta il dolore:
solitamente il dolore si evidenzia maggiormente a livello inguinale e lungo la parte interna della coscia. Talvolta però si può manifestare anche direttamente a livello dell’articolazione.
Altro fattore primario che va di pari passo col dolore è la limitazione funzionale del movimento articolare.
Più la limitazione sarà elevata e maggiore sarà la degenerazione artrosica.
Tale limitazione è solitamente data da deformità ed osteofitosi dei capi ossei dove la degenerazione cartilaginea ha colpito riducendo al minimo la lubrificazione sinoviale intrarticolare portando all’ispessimento la capsula che avvolge i capi articolari, ma anche dalla muscolatura stessa che attiva meccanismi di contrazioni ripetute a salvaguardia dei capi articolari degeneratisi durante il decorso patologico.
La diagnosi:
oltre all’esame clinico legato agli aspetti sintomatologici suindicati va certamente evidenziato il quadro clinico attraverso una radiografia che mostri la scomparsa della rima articolare.
Anche una RMN è certamente indicata specie nei casi più importanti ove si intravede la possibilità di intervenire con protesi.
Le terapie:
prima di tutto bisogna comprendere che l’artrosi va anzitutto prevenuta perché curarla è molto più problematico.
Come la si previene?
Svolgendo una vita né iperattiva sul piano sportivo né troppo sedentaria su quello professionale/casalingo.
Mantenere un sano stile di vita curando prima di tutto il nostro peso corporeo attraverso una sana dieta alimentare.
Svolgere una regolare attività fisica settimanale senza eccessi agonistici e limitando i potenziali rischi di tipo traumatico agli arti inferiori.
Come si cura:
nelle artrosi all’anca di lieve entità si consigliano esercizi rieducativi in forma attiva sui 3 assi corporei seguiti dal vostro fisioterapista unitamente a massoterapia decontratturante sulla muscolatura della coscia in modo da mantenere un buon livello di normotensione ai fasci muscolari.
. Anche questo è un modo per mantenere il più a lungo possibile il livello di lieve entità.
Nei casi di entità intermedia è possibile aggiungere all’attività sportiva ed alle cure del fisioterapista la terapia a base di acido ialuronico che verrà iniettata a livello intrarticolare dal medico ortopedico previo visita specialistica ed esami diagnostici.
Nei casi più gravi dove c’è un blocco totale del movimento legato a dolore costante il problema va affrontato chirurgicamente attraverso interventi di artroprotesi parziale o totale a seconda del livello degenerativo articolare a cui si è giunti.
Nel caso di intervento di artroprotesi sarà necessario avviare successivamente al ricovero ospedaliero un protocollo di tipo riabilitativo con il vostro fisioterapista.