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Lombosciatalgia

La lombalgia o mal di schiena è uno dei problemi più ricorrenti nelle popolazioni occidentali.

Le cause più frequenti vanno dalla troppa sedentarietà quotidiana che dà origine al mal di schiena un po’ per le troppe ore in cui stiamo seduti, un po’ perché in queste ore assumiamo posture sbagliate a danno della nostra colonna vertebrale.

Ma è legata anche a chi si mantiene costantemente in sovrappeso corporeo e a chi non fa sufficientemente attività sportiva con regolarità lasciando decadere il tono dei muscoli addominali e dorso lombari.

Ecco perché una corretta postura durante l’esecuzione di uno sforzo fisico piuttosto che della nostra professione unitamente ad un minimo di attività sportiva ci permette senz’altro di correre meno rischi di attacchi lombalgici.

Fra le più gravi conseguenze a cui può portare una muscolatura ipotonica associata ad uno sforzo eccessivo aggravato da scorretta postura durante la sua esecuzione vi è l’ernia discale che può dare avvio a disturbi importanti.

Ma cos’è l’ernia discale?

Il disco intervertebrale è una sorta di cuscinetto posto fra 2 corpi vertebrali ed ha la funzione di ammortizzare gli sforzi e le oscillazioni in carico effettuate dalla colonna vertebrale durante le azioni quotidiane del corpo umano.

Esso è costituito da una parte rigida esterna, l’Anulus fibroso, ed una parte morbida interna, il Nucleo polposo.

Quando uno sforzo fisico importante viene effettuato in postura scorretta, magari da una persona con muscolatura debole o instabilità vertebrale, si origina una forza traumatica centrifuga che spinge il nucleo polposo verso l’esterno dell’anello in cui è contenuto.

Se rimarrà entro i limiti dell’anulus si parlerà di protrusione discale.

Qualora invece fuoriuscisse dall’anulus si parlerà di ernia.

Una protrusione può talvolta originare più problemi di un’ernia anche se questo per alcuni potrebbe sembrare fantascienza. Infatti, qualora vi siano problemi di instabilità vertebrale dovuta a debolezza muscolare oppure una riduzione degli spazi intervertebrali anche la protrusione può ingenerare fastidi alle strutture nervose circostanti.

Viceversa, un’ernia espulsa, a seconda di dove si viene a trovare dopo l’espulsione, può anche non dare origine ad alcun dolore.

Al contrario, talvolta sono proprio invece delle ernie discali conclamate che danno origine a violenti attacchi di lombo sciatalgia con conseguente dolore lancinante ed invalidante proprio perché il nervo Sciatico viene “pizzicato” originando l’infiammazione del medesimo.

Da riscontri radiografici si è evidenziato che spesso quando il dolore sciatico si avverte dal polpaccio al piede è molto probabile che si tratti di ernia discale a tutti gli effetti. Viceversa se il dolore è circoscritto all’area lombosacrale e glutea può non essere un’ernia.

Ciò non significa che non si debba provvedere a fare un accurato esame diagnostico! Vi sono ernie fuoriuscite centralmente che danno origine a disturbi bilaterali molto invalidanti.

Come vi sono ernie espulse lateralmente che infastidiscono “solo” il comparto di quell’area.

Possiamo dire che il mal di schiena può avere davvero una molteplicità di cause, posturali e scheletriche ed ognuna di esse va valutata con attenzione.

Diciamo che quando il problema è originato da una eccessiva riduzione degli spazi tra le faccette articolari vertebrali si parla di “Stenosi del canale lombare” che produce compressioni a livello midollare dando origine a dolore.

Quando invece vi è una instabilità vertebrale è solitamente un problema di tipo muscololegamentoso.

Ma non si può non ricordare che una lombalgia può essere determinata anche daun colpo d’aria fresca dopo una sudata dopo una corsa o una attività, succede molto di frequente.

Quali sono i fattori potenziali scatenanti della lombalgia?

Lo sono patologie degenerative come l’artrosi; le discopatie quali le protrusioni e le ernie discali; i paramorfismi e i dismorfismi della colonna, scoliosi, ipercifosi, iperlordosi; le patologie reumatiche; le lesioni traumatiche quali le fratture vertebrali; le alterazioni muscolo-scheletriche come la spondilolistesi; gli atteggiamenti posturali scorretti reiterati e prolungati; le attività professionali troppo sedentarie o troppo pesanti; il sovrappeso corporeo.

Ma come si affronta la terapia in una lombalgia?

Anche qui dobbiamo prima risalire alle cause che hanno dato origine al problema.

E’ sempre infatti bene ricordare il valido principio per cui a diagnosi errata corrisponde sempre terapia errata!

Dunque, se la lombalgia è stata determinata da un banale colpo d’aria vorrà dire che il problema è di origine muscolare e sarà sufficiente mettersi a riposo per 24/48 ore utilizzando come cura fisica la termoterapia esogena che ci può fornire un semplice Termoforo ed un ciclo di massoterapia neuromuscolare decontratturante con mobilizzazione distrettuale.

Qualora il dolore si irradi anche a livello gluteo lasciando pensare ad un interessamento radicolare, dopo un paio di giorni di riposo a letto con sostegno farmacologico a base di analgesici ed antinfiammatori prescritti dal medico, si potranno effettuare trattamenti di terapia manuale consistenti in manovre specifiche antinfiammatorie.

Nei casi accertati di ernia discale l’approccio terapeutico può essere di tipo conservativo quando l’erniazione non arreca una vera invalidanza alla deambulazione. In questo caso esercizi mirati di fisiokinesiterapia, massoterapia, cyclette e nuoto aiutano a mantenere la situazione a livelli accettabili per il viver quotidiano.

In caso contrario ove il problema renda impossibile una vita normale a causa del costante dolore si renderà necessario prendere in debita considerazione la possibilità di intervenire chirurgicamente.

Ovviamente, se il problema persiste nonostante le cure fisiche e gli eventuali rimedi farmacologici assunti per più di 10 gg è consigliabile svolgere un accertamento diagnostico strumentale tramite radiografia ed RMN.

Solo in fase acuta iniziale può essere consigliato l’uso di un corsetto da portare al massimo per 2/3 giorni, poi attivarsi con fisioterapia e nuoto. Un uso troppo prolungato del corsetto porta inevitabilmente ad indebolimento muscolare arrecando complicanze ulteriori.

Quando vi è una discopatia in essere è sconsigliabile l’utilizzo di termoterapia endogena, (radarterapia) in quanto i benefici iniziali ed immediatamente successivi al trattamento non compensano i danni postumi negli anni a venire. La spiegazione è data dal fatto che quando si è davanti ad una patologia del disco intervertebrale vi è sempre una riduzione di liquidi organici. Al proposito va ricordato che il disco intervertebrale è costituito dall’85% di acqua!

Ebbene, tale somministrazione profonda di calore dona una sensazione di benessere temporanea a tutte le strutture interessate ma nel contempo sviluppa un prosciugamento dei liquidi organici ancora maggiore favorendo ulteriori instabilità e squilibri di carattere muscolo-scheletrico.

Ma cos’è il colpo della strega?

Non è altro che una forte reazione dolorosa con blocco della schiena in anteroflessione quando a causa di uno sforzo durante un piegamento del busto in avanti, una forza traumatica non controllata agisce sull’apparato locomotore provocando uno stiramento muscolo-legamentoso.

Per superare lo shock neuromuscolare mettersi a riposo per un paio di giorni facendo impacchi di calore umido e facendo dolci movimenti di flessione del ginocchio e dell’anca da posizione supina.

Anche qualche seduta di massoterapia decontratturante è certamente consigliata.

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