Distorsione alla caviglia
L’articolazione tibiotarsica, più comunemente conosciuta come caviglia, è una struttura estremamente delicata e può facilmente perdere la sua peculiarità principale cioè quella di stabilizzare il piede in appoggio qualora vada incontro a trauma.
La caviglia è costituita da 3 parti ossee, le prime 2 riguardano la gamba ovvero stiamo parlando di Tibia e Perone mentre la terza è l’Astragalo che è una delle componenti ossee del piede.
I traumi distorsivi a carico di questa articolazione sono molto frequenti specie negli sportivi ma non è così infrequente anche in chi non pratica sport, soprattutto nelle donne che utilizzano calzature a
tacco alto che rendono meno stabile l’appoggio dei piedi per via della base più stretta. Ma procurarsi una distorsione alla caviglia non è affatto difficile . . . basta scendere male da uno scalino, oppure scivolare durante una passeggiata su una scogliera, infilare il piede in una buca nascosta durante una passeggiata, appoggiare il piede malamente su un sasso o pietra non ferma,
durante una partita di calcetto, di basket, di pallavolo, di tennis.
I traumi distorsivi alla caviglia sono per la più parte in “inversione” cioè avvengono effettuando una rotazione interna abnorme del piede. Meno frequenti ma non per questo meno importanti i traumi in
“eversione” ovvero quando il piede effettua una rotazione esterna abnorme.
Quando ci si procura una distorsione alla caviglia??
Le parti interessate dal trauma sono la capsula articolare, i legamenti ed i vasi sanguigni locali. Nello specifico, facendo l’esempio di distorsione in “inversione” giacché più frequente, vengono
molto spesso stirati sia il legamento Peroneo-Astragalico anteriore che il legamento Astragalo-Calcaneare oltre al legamento Peroneo-Calcaneare in percentuali diverse fra loro a seconda della
dinamica dell’evento traumatico.
Se la dolenzìa è moderata e l’eventuale versamento ematico è
minimo si parlerà di distorsione di 1° grado. Quando invece, oltre allo stiramento, vi sono lesioni più importanti a carico dei legamenti, della
capsula articolare e dei vasi sanguigni quali rotture con versamento ematico e forte reazione edematosa oltre ad un dolore marcato che si protrae per diverse ore si definiscono distorsioni di 2° e
di 3° grado ed arrecano una importante instabilità al piede oltre che l’impossibilità di carico.
In una distorsione di 3° grado si deve ricorrere ad apparecchio gessato e, talvolta, anche ad intervento chirurgico volto alla riduzione della lesione.
Dopo una distorsione alla caviglia, anche dopo mirati trattamenti nella fase acuta, resta a rischio la possibilità di recidive specie in quelle persone che anche a distanza di tempo dal trauma che si sono
procurate continuano ad avere sintomi di fastidio o dolenzìa quando camminano su percorsi accidentati, sterrati ecc, questi sono circa il 20%.
Fastidi, anche a distanza di tempo, avvengono in quanto la distorsione alla caviglia non traumatizza solo il tessuto legamentoso ma va ad interessare anche la muscolatura ed il tessuto nervoso.
Quale è la sintomatologia caratteristica?
dopo una distorsione alla caviglia il primo sintomo è di dolore riferito all’area periarticolare ed articolare che si acuisce alla palpazione nell’area anteriore del malleolo esterno oltre ad una evidente instabilità articolare e limitazione funzionale. Il dolore acuto durante la palpazione è sintomo di una rottura dell’arteriola passante sopra al
legamento Peroneo-Astragalico anteriore (Robert Jaspert).
Come affrontare subito il trauma che ci siamo procurati?
Il punto di partenza dopo un trauma di questo tipo è certamente l’applicazione perdurata di ghiaccio sulla parte colpita.
Ciò ha un effetto antalgico in quanto crea un’anestesia locale alla zona interessata dal trauma e riduce sia il formarsi dell’eventuale ematoma sia il conseguente edema post-traumatico.
In seconda battuta bisognerà provvedere all’immobilizzazione dell’articolazione traumatizzata ed attendere le successive 24 ore per capirne l’entità e l’eventuale modalità d’intervento.
Va da sé che in caso di trauma molto violento e doloroso non bisogna esitare a recarsi al Pronto Soccorso per eseguire accertamenti diagnostici strumentali approfonditi.
In una distorsione di lieve entità non sempre si ha la necessità di utilizzo di imaging diagnostico strumentale. Viceversa, nei casi più importanti gli esami radiografici ed ecografici sono molto
consigliati.
Il protocollo medico riabilitativo dopo un evento distorsivo di qualsivoglia entità è il seguente:
- in prima battuta, come detto sopra, si affronta il problema sintomatologico ed edematoso attraverso la crioterapia ed il riposo assoluto con piede immobilizzato da fasciatura e gamba
rialzata semiflessa sopra al livello dell’anca;
- in seconda battuta il terapista dovrà preoccuparsi del recupero del movimento articolare in scarico attraverso massaggi, mobilizzazione articolare passiva e terapie elettromedicali;
- quindi si lavorerà sulla componente muscolare per rinforzarla;
- infine si lavorerà sulla propriocezione e sulla postura.
Oltre all’intervento del fisioterapista, qualora ve ne fosse la necessità, il medico curante dovrà valutare l’opportunità di intervenire a sostegno con farmaci antidolorifici ed antinfiammatori al fine
di lenire i sintomi più sgraditi. In linea di principio possiamo affermare che le distorsioni di 1° grado sono curabili in 15/20 giorni,
quelle di 2° grado in 30/40 giorni e quelle di 3° grado in non meno di 60 giorni.
Dott. Francesco Panelli