FASCITE PLANTARE

 

La Fascite Plantare , detta anche “tallonite”, è una infiammazione a livello dell’aponeurosi calcaneare del piede.

La sua manifestazione avviene a causa di un sovraccarico continuato o ripetuto a livello podalico.

Colpisce più frequentemente gli sportivi ma non solo.

L’aponeurosi plantare è infatti una fascia fibrosa di forma arcuata che origina dalla parte interna del calcagno e si estende fino alla prima falange delle dita e assume importanza fondamentale nella distribuzione del carico corporeo su tutta la pianta del piede sia nella deambulazione che nella corsa.

Tanto i podisti che i saltatori in alto sfruttano molto questo legamento in quanto portano il loro piede ripetutamente sulle punte provocandone una distensione.

Ma non bisogna però trascurare il fatto che anche una persona lontana da attività sportive può manifestare lo stesso problema a causa di calzature non corrette durante lo svolgimento del proprio lavoro soprattutto se questo comporta lo stare per lungo tempo in piedi.

Altre cause possono essere anche strutturali come ad esempio un piede piatto o cavo e, in questi casi, vi è ancor più la necessità di fare scelte estremamente oculate nell’individuazione della calzatura corretta.

Oppure una Fascite plantare può scatenarsi per motivi legati all’obesità della persona in combinazione con una calzatura sbagliata che porta ancor più al sovraccarico podalico.

Anche una contrattura oppure la debolezza muscolare a livello del Tibiale posteriore, dei Gemelli del Gastrocnemio, dei Peronei, dell’Estensore Proprio dell’Alluce e dell’Estensore delle dita può insinuare una Fascite plantare a livello sintomatologico la Fascite inizia con una manifestazione dolorosa a livello del retropiede nella parte interna del Calcagno dove vi è l’inserzione legamentosa, successivamente il dolore si estende anche nella parte centrale della volta plantare fino ad arrivare nei casi più importanti alla base delle dita impedendo di fatto la deambulazione a causa di dolori acuti e talvolta lancinanti.

Per diagnosticare una Fascite solitamente si ricorre ad una valutazione clinica sintomatologica ma possono essere anche impiegati mezzi diagnostici strumentali quali l’ecografia o la TAC che sostanzialmente aiutano ad escludere altre problematiche in caso di dubbi.

Ma perché avviene l’infiammazione della fascia aponeurotica?

L’infiammazione della fascia aponeurotica è dovuta alla degenerazione della fascia stessa causata da microtraumi ripetuti che sfibrano la fascia facendole perdere di elasticità ed avviandola alla sua retrazione.

Come si può riconoscere la Fascite?

Un sintomo abbastanza discriminante è il dolore al risveglio mattutino nella parte interna del calcagno sotto alla volta plantare, questo avviene in quanto durante il sonno la fascia plantare si porta in retrazione a causa del rilassamento muscolare che fa cadere le dita in avanti. Al risveglio il primo movimento che faremo per metterci in piedi sarà quello di stirare la fascia plantare portandola in allungamento, da qui il forte dolore perché contratta quindi anelastica. Non dura

molto, una volta in piedi pian piano diminuisce.

Questo già ci può mettere sulla giusta strada per capire cosa sta succedendo.

Quali terapie sono più efficaci?

La terapia elettiva per la Fascite plantare è il riposo assoluto per 1 o 2 settimane a seconda dell’entità del problema.

In supporto al riposo è elettiva la Crioterapia attraverso lo scorrimento di una bottiglietta di acqua ghiacciata sotto al piede in modo da lenire l’infiammazione.

In caso di dolori molto acuti chiedere al proprio medico di consigliare un farmaco antinfiammatorio.

Nel caso di edemi associati è consigliabile fare impacchi di argilla verde per 15 minuti una volta al giorno fino alla sparizione totale dell’edema.

Anche gli Ultrasuoni sono molto consigliati e, nei casi più gravi, si può provare con le onde d’urto.